martedì 24 marzo 2015

Cosa sta succedendo in Tunisia

Come promesso, eccomi a spiegarvi, nel mio piccolo, costa sta succedendo in Tunisia. A sentire certa gente - e certi media - sembra infatti che i nostri vicini stiano per piombare in una guerra civile, e che la Tunisia sia un covo di terroristi e jihadsti. Questa è un'immagine decisamente semplicistica, ma andiamo con ordine.
Come tutti saprete, la Tunisia è uscita da pochi anni da una rivoluzione di cui, al momento, sta vivendo l'onda lunga: esecutivi non proprio brillanti e forti difficoltà sul piano economico, soprattutto per quanto riguarda le regioni meridionali. Non mi dilungherò su dissertazioni economico-sociologiche che non sono in grado di fare, ma il risultato è che, in questa situazione, un numero effettivamente inquietante (alcune migliaia) di giovani si sono fatti sedurre dalle organizzazioni fondamentaliste armate, e uno dei risultati più eclatanti di questa deriva è stato il recente attentato al Museo del Bardo.
Questa situazione è delicatissima, ma basta per farci definire la Tunisia un Paese pericoloso, da evitare, pieno di barbuti dell'ISIS?
No. Dopo quasi tre mesi posso aver molto da ridire sul tunisino medio, ma non posso dire che sia un terrorista. Anzi, le persone con cui ho parlato dopo l'attentato (dal tassista, al ragazzo ventenne, alla sessantenne donna delle pulizie) concordano sul fatto che quanto avvenuto sia una sciagura per il Paese, soprattutto per le probabili ricadute a livello di flusso turistico. Ho visto con i miei occhi, in piazza, cortei e sit-in contro il terrorismo, tra l'altro organizzati anche da Ennahda, il partito islamista. In fondo è come in Italia durante gli Anni di Piombo: gli italiani erano forse tutti terroristi?
Questo mio post non vuole sminuire l'attentato al Bardo né la delicatezza della situazione attuale. Ma vi invito a non dar retta a tutto quello che vi dicono: ho visto telecamere riprendere sistematicamente il filo spinato e le guardie armate fuori dall'ambasciata francese, con contorno di traffico infernale e clacson selvaggio (tutte cose normali), ignorando, ad esempio, io e i miei che facevamo shopping lì accanto. Soprattutto, ho visto la gente riprendere la propria vita di tutti i giorni, certo scossa dall'attacco, ma senza clima da guerra imminente.

Quindi, la prossima estate andate in vacanza in Tunisia: visitate le spiagge di Djerba e Cap Bon, le rovine di Cartagine, i mosaici del Bardo, la moschea di Kairouan e la medina di Sousse. E non guardate troppo Studio Aperto!

#JeSuisBardo

domenica 22 marzo 2015

Comunicazione di servizio - Service alert

Gente, è con sommo dispiacere che vi scrivo dall'Italia! Ebbene sì, la mia permanenza a Tunisi è - per ora - terminata. Come qualcuno sa, il mio primo progetto era di rimanere fino a giugno, ma ho altre lingue da studiare, e la Bourguiba risucchia ogni mia energia vitale. Ma non escludo di tornarci la prossima estate, quindi tra qualche mese potrei aprire una versione estiva.

People, it is with great dismay that I write you from Italy. My stay in Tunis has ended - for the moment. As someone knows, my first plan was to stay there till June, but I have other languages to study, and the Bourguiba takes every life energy from me. But I don't rule out coming back next summer, so I might open a summer version in a few months.

Ad ogni modo, ciò non significa che smetterò di importunarvi, almeno non ancora. Ho passato l'ultima settimana a fare la turista con i miei - o meglio, a far loro da guida turistica ed evitare che venissero fregati troppo spesso. Di conseguenza, ho un bel po' di cose da raccontarvi, tra tassametri pazzi (e consigli su come evitarli) e treni che voi umani non potete neanche immaginare.

Anyway, I won't stop annoying you, at least not yet. I spent last week sightseeing with my family - that is, being there guide and trying to prevent them from being cheated too often. As a consequence, I have a lot of things to tell you, from crazy taximeters (and tips on how to avoid them) and trains you people wouldn't believe.

Il mio primo post, però, sarà un po' meno leggero: cercherò di spiegarvi, nel mio piccolo, cosa sta succedendo in Tunisia, e perché dovete stare attenti a cosa sentite in televisione.

My first post, however, will be heavier: I will try to explain to you, as well as I can, what is going on in Tunisia, and why you must pay attention to what media say.

#JeSuisBardo

domenica 15 marzo 2015

Tunis: where to eat

Worldwide friends, welcome to a new English version, finally! This time, I'm going to tell you about some restaurants I've been eating at during my two-months-and-something here. Ready?

"Les Amis" - La Goulette (Avenue Roosevelt)

Just like every restaurant in La Goulette, Les Amis serves basically grilled fish. The very good point of it, although, is that they have a standard menu consisting of some vegetable appetizers (cooked and raw), a spicy soup, the best brik I've ever eaten and a main fish dish with fries. The fries were a little bit flabby, but all the rest was delicious, and for just 10 dinars (around 4.50 euros). The restaurant is quite popular, with cats and everything, but quite clean. You can have a look at some pictures here.

"Positano" - La Marsa

Italian restaurant, a real one, with real pizza (not the best one I've ever eaten, but still a real pizza, and probably the best one you can get in Tunis) and other Italian dishes, such as pasta, ravioli and appetizers like bresaola and mozzarella. The ingredients are very good, and they have pork, so, if you are missing it, "Positano" could be a good choice. Small place, very nice, price of a pizza between 10 and 20 dinars (good given that it is in La Marsa). But avoid the desserts. Pictures here.

"Al Khawali" - Al-Aouina

My favourite restaurant without any doubt! It is a syrian restaurant, which means that the food is completely different from the Tunisian one: way more refined, usually not spicy. You must go there and try all the appetizers, like hummus (chickpeas cream), hummus beiruti (eggplant cream), cucumber and yoghurt cream or fattush (a salad), of course with a lot of their delicious bread. The meat is very good, too. The restaurant is really beautiful and cheap, from less than 10 dinars to 30 depending if you take the meat or not. Pictures here.

"Un Punto Macrobiotico" - Tunis (Place Pasteur)

Macrobiotic restaurant near the centre of the city. Very healthy dishes, almost all vegan (but you can have some fish too). Not extremely tasty, so if you are used to cook salty things you might dislike it (I eat almost saltless, so I was ok), but apart from that all the dishes tasted refined and interesting. I loved the tangerine-and-apple ice-cream with raisins and honey (the chocolate balls were good too, but maybe a bit too "heavy" at the end of a meal). Pictures here.

venerdì 13 marzo 2015

Un Punto Macrobiotico

Visto che a quanto pare il mio venerdì sera è sparito nel nulla, ne approfitto per parlarvi del ristorante macrobiotico in cui ho pranzato oggi (pranzo di fine corso per cui ringrazio Chiara e Lorena). Era la prima volta che mangiavo in un ristorante di questo tipo, e devo dire che l'esperienza è stata assolutamente soddisfacente!

Un Punto Macrobiotico si trova in rue de Brasil (zona Place Pasteur, più o meno in centro) ed è un locale non molto grande gestito da non-tunisini (non so bene di dove siano, ma parlano anche italiano). C'è un menù fisso vegano, a cui poi si può aggiungere un piatto di pesce. Il menù vegano, come potete vedere dalle foto, è composto da verdure impastellate e fritte, cremina di verdure e portata principale con verdure cotte e crude, riso, pasta e due bastoncini di ceci, per finire con un dolce a scelta tra gelato, torta e palline di cioccolato.
Verdure deliziose, e ancora mi chiedo come faccia la pastella a stare assieme senza uovo.
La cremina aveva proprio il gusto che piace a me, vagamente dolcino.
Piatto principale buono e fin troppo ricco, anche se, se vi piacciono i sapori forti, potreste rimanere come minimo perplessi... diciamo che sono molto parchi sul sale, e le verdure cotte erano carote e finocchio bolliti. Ma visto che a me sia le verdure bollite che il cibo leggermente insipido piacciono, mi sono trovata bene. Anche se, devo dirlo, era insipida anche la pasta... e no, la pasta non puoi servirla senza sale a un'italiana. Ed era anche un po' scottina. Peccato, perché il sugo era buono.
Come dolce ho preso il gelato, ma ho finito le palline di cioccolato della mia amica (a cui non sono piaciute). Il gelato era spettacolare (e tra l'altro, anche il primo di stagione!). Gusto mandarino e mela, con sopra una pioggia di uvette e un goccio di miele. Anche il gelato era vegano, ma nonostante questo morbido e cremoso. Le palline di cioccolato, non so, a me sono piaciute molto! Cioccolatose, un po' pesantucce, ma d'altra parte quando parliamo di cioccolato...

Insomma, non è tunisina, ma la cucina macrobiotica è stata promossa a pieni voti!

PS: quasi dimenticavo i prezzi! Ma c'è un motivo: in linea con il prezzo medio/popolare tunisino, ho speso 11 dinari e mezzo (circa 5 euro) avendo mangiato fino a scoppiare.




mercoledì 11 marzo 2015

Hummus come se piovesse!

Udite udite: finalmente ce l'ho fatta, mi sono ricordata di fotografare i meravigliosi piatti del ristorante siriano! Ma andiamo con ordine.

Il ristorante in questione si chiama Al Khawali e si trova ad Al-Aouina, uno dei tanti sobborghi di Tunisi. Dal centro ci si arriva con circa 5 dinari di taxi, chiedendo di essere portati al Monoprix di Al-Aouina. Il ristorante è proprio di fronte al supermercato, subito dopo un certo Pin Pizza che viene usato per dire ai tassisti dove fermarsi.
Come potete anche vedere dalla foto, il locale è esteticamente molto bello, e solitamente poco affollato, quindi molto tranquillo (soprattutto il piano superiore). Il servizio è molto rapido e il mio cameriere preferito, un tipino altissimo e magrissimo, è adorabile. Tra l'altro, ormai ci conosce, cosa che mi rende in grado di pronunciare due parole che mi danno ogni volta un'enorme soddisfazione: "Il solito!".
"Il solito" si compone di tutta una serie di cremine un po' in stile cucina greca, tra cui potremmo menzionare
  • hummus: cremina ai ceci (nella foto)
  • hummus beiruti: molto simile allo hummus classico, ma con le melanzane (nella foto)
  • cremina all'aglio di cui non ricordo ovviamente il nome, ma che consiglio assolutamente (se non dovete baciare nessuno)
  • cremina ai cetrioli e yoghurt
Oltre alle cremine, tra gli antipasti annoveriamo insalate varie (nella foto, fattush o qualcosa del genere) o cosi (?) fritti ripieni di formaggio (nella foto) o carne, o ancora specie di piadine farcite con formaggio o carne. E questo è circa un terzo del menù, quello che ho provato. Tutto ciò, naturalmente, accompagnato da abbondante, caldo, paradisiaco pane arabo. Non ve lo descrivo nemmeno, tanto le parole non bastano.
Poi, i piatti principali, ossia carne alla griglia di pollo, manzo o agnello (non c'è bisogno che vi dica che non hanno maiale, vero?). Non essendo una fan degli ovini ho provato solo gli shish taouk (bocconcini) di pollo, molto buoni, ma se vi piace l'agnello e volete spendere un po' di più (20 dinari contro 13) mi hanno detto che le costolette di agnello meritano. Tutti i piatti di carne vengono serviti con riso speziato, verdure e patatine fritte.
E per finire, un'annaffiata di tè alla menta per digerire! Il tutto per una cifra che oscilla tra i 10 dinari scarsi e i 25-30, a seconda che si prenda o meno la carne (ricordo che un dinaro vale un po' meno della metà di un euro).

Faccio notare che i dessert in Tunisia non vanno molto di moda, evidentemente i dolci vengono consumati in altri momenti... tra l'altro, dovrò farvi un post sui dolci, prima o poi!

PS: il proprietario del locale ha vissuto in Italia per parecchi anni... ed è amico di un mio amico. Il livello di vippaggine si alza!

domenica 8 marzo 2015

"Vai in Africa", dicevano. "Farà caldo e ci sarà sempre il sole", dicevano.

Piove.

No, "piove" è riduttivo. Diluvia a secchiate da tutto il giorno. Macché, tutta la settimana. Macché, un mese. Roba che non c'è un tunisino che è uno che non sia come minimo sconvolto da questa primavera monsonica, che giustamente aspettava solo che arrivassi io. E se non ci credete ("Ma cosa deve piovere in Africa?") guardate qui e qui. E immaginatevi il mio terrore, posto che mi perdonerete se nutro dubbi sulla tenuta del sistema fognario di Tunisi (visto che ultimamente non regge nemmeno quello di Milano). Se non altro, se si allaga tutto posso salvarmi aggrappandomi ai sacchi della spazzatura a mo' di salvagente.

Che, comunque, non è solo la pioggia. Il vento è così forte da rendere del tutto inutili gli ombrelli, un po' perché te li strappa di mano e un po' perché comunque tanto piove in orizzontale (chiedere conferma alla mia finestra). E poi, ragazzi, fa freddo. A parte una bastardissima parentesi qualche giorno fa (25 gradi piazzati così, per un giorno solo, per farti odiare ancora di più il resto della settimana) le massime fanno fatica a salire sopra i 10 gradi. Che potrebbero sembarvi non proprio una temperatura da Lapponia, senonché in Lapponia usano il riscaldamento e hanno serramenti meno marci di quelli tunisini. E' capitato più di una volta di fare lezione con il cappotto, e tra l'altro la mancanza di riscaldamento ha quasi ucciso il mio compagno di classe giapponese, che per tentare di scaldarsi si è raggomitolato in posizione fetale sulla sedia... che si è istantaneamente smontata sotto i suoi piedi (ah, il mobilio della Bourguiba!). Ringraziamo Dio che è successo a un giapponese, nessun'altra etnia avrebbe avuto la prontezza e la grazia necessarie ad evitare il decesso. Comunque. In casa il riscaldamento va, peccato che riscaldare una stanza con il soffitto alto quattro metri e mezzo non sia semplicissimo. Soprattutto se ho così tanti spifferi che a casa mia potrei girarci Titanic. Non sto scherzando, gente. Ho una porta che dà su una specie di scala di emergenza (?). E. Ho. Un. Buco. Nella. Porta. Che, in ogni caso, chiude male.

E se ancora pensate che non sia poi così tanto assurdo: due settimane fa si è tenuto a Nefta, in pieno deserto, Les Dunes Electroniques, un festival di musica elettronica. E ha piovuto ininterrottamente per tutto il week-end. Fate voi.